Pianta della famiglia delle
Compositae, o Asteraceae secondo le più moderne classificazioni,
distribuita nelle regioni mediterranee. In Italia
si trova spontaneo soprattutto nelle regioni tirreniche, dal piano alla zona
submontana. Viene però anche largamente coltivato per il suo impiego, sia
in terapia che nell'industria
liquoristica.
GENERALITÀ Specie
erbacea annuale a radice cilindrica emette un fusto, ramificato solo nella parte
superiore, alto fino a 40 cm. Il fusto e i rami
sono angolosi, di colore grigio-rossastro, con peli fitti e lunghi che danno un
aspetto lanuginoso. Le foglie inferiori sono
brevemente picciolate, grandi, composte, pennatifide, a lobi triangolari
dentati. I lobi e i denti delle foglie terminano in spine. Le foglie del caule,
soprattutto le superiori, sono più corte e sessili, scorrenti sul fusto,
sempre spinose. I fiori sono raccolti in capolini
solitari alle estremità del fusto e dei rami, sono circondati da un
involucro di foglie inserite direttamente sotto il capolino stesso. Le squame
esterne del capolino terminano in una appendice spinosa breve e semplice, quelle
interne terminano invece con appendice lunga e pennata, solitamente di colore
rossiccio. I fiori singoli, tutti tubulosi,
presentano una corolla di color giallo con riflessi
violacei. I frutti sono degli acheni cilindrici
della lunghezza di 1 cm, lucenti. Sono muniti di pappo, che serve per
l'inseminazione a distanza. Per scopi terapeutici e
liquoristici si utilizza l'intera pianta, scartando solo i grossi fusti
legnosi.
IMPIEGO
TERAPEUTICO Il cardo santo, chiamato anche
volgarmente «cardo benedetto», non fu noto agli antichi Greci e
Romani. Nemmeno nel Medio Evo si conobbero le proprietà terapeutiche di
questa pianta. Solo a partire dal sec. XVI il cardo benedetto divenne pianta
popolare: soprattutto in Italia dove venne considerata una panacea
universale. Il cardo santo ha proprietà
toniche, stomachiche, sudorifere, diuretiche, febbrifughe, vermifughe,
antiemorroidali, antiemorragiche. A dosi forti diviene anche emetico.
Esternamente sono note le proprietà detersive, cicatrizzanti ed
antiputride. Il cardo santo viene impiegato con
successo nei casi di atonia generale, nella mancanza di appetito, nella
debolezza dell'apparato gastroenterico, nelle dispepsie, nella flatulenza, nelle
coliche, nelle febbri eruttive e intermittenti, nei catarri bronchiali, nelle
pleuriti, nell'ittero, nelle affezioni polmonari e del fegato in generale,
nell'isterismo e nell'ipocondria. I principi attivi
del cardo santo sono sostanze amare, olii essenziali e
vitamine. Per le sue proprietà amaro-toniche
e digestive il cardo benedetto viene utilizzato per la preparazione di amari
digestivi e
vermouth.
PREPARAZIONI -
Uso interno: si utilizzano l'infuso, la tintura alcoolica, la tintura
vinosa. L'infuso si prepara con 15-20 g di pianta
secca finemente sminuzzata per litro di acqua bollente. Si lascia riposare per 5
minuti, poi si filtra. Si beve a tazzine: una, prima o dopo i pasti
principali. La tintura si prepara con 200 g di
pianta secca per litro di alcool a bassa gradazione (25-30°). Si lascia a
macero per una settimana, si filtra, si lascia invecchiare per un mese. Si
somministra a cucchiaini prima o dopo i pasti. La
tintura vinosa si prepara con 100-120 g di pianta secca finemente sminuzzata per
litro di vino rosso. Si lascia macerare per una settimana, si filtra, si lascia
invecchiare per almeno un mese. Si può aggiungere a questa tintura vinosa
lo zucchero. Si prende alla dose di un cucchiaino prima o dopo i
pasti. Le preparazioni a uso interno stimolano
l'appetito, favoriscono la digestione, aumentano la diuresi ed esercitano le
proprietà depurative
sull'organismo.
- Uso esterno: si utilizza
il decotto preparato con 20-25 g di pianta secca finemente macinata per litro di
acqua. Si lascia bollire per 5-10 minuti, si lascia raffreddare a temperatura
ambiente, si filtra. Il decotto di cardo santo
viene utilizzato per detergere le ferite utilizzando delle compresse
imbevute.
RACCOLTA E
CONSERVAZIONE Il cardo santo o cardo benedetto si
raccoglie al momento della fioritura, che inizia a maggio e termina in luglio.
Solitamente si tagliano le piante con una forbice a 10-15 cm dal suolo, si
tolgono tutte le parti secche o eventualmente danneggiate da parassiti vegetali
o animali. Si compongono dei mazzi di una decina di
piante che vengono posti a essiccare appendendoli a un filo teso, all'ombra, in
locale ben aerato. Al termine dell'essiccamento si
può provvedere ad una iniziale riduzione in pezzi di 10-15 cm. Per fare
tale operazione è necessario munirsi di guanti, per evitare le punture
che la pianta spinosissima può provocare. La pianta così preparata
viene conservata in sacchetti di carta. Il cardo
santo va rinnovato tutti gli anni. Non essendo
pianta molto comune, è necessario provvedere alla coltivazione, che
può essere fatta anche in vasi o cassette. Per la riproduzione della
pianta è necessario partire da seme, trattandosi di pianta
annuale. Il cardo santo preferisce terreni silicei
profondi. La semina può essere fatta direttamente nel terreno di coltura,
oppure in semenzaio. Si semina all'inizio della primavera in entrambi i casi e
si opera l'eventuale trapianto dopo 30-40 giorni dalla germinazione. La
densità massima che si può raggiungere nella coltivazione di cardo
santo è di otto piante per metro
quadrato. È una pianta a sviluppo molto rapido;
riesce perciò a sopraffare le malerbe. È utile operare una concimazione
bilanciata prima di iniziare l'impianto, o ad attecchimento
avvenuto. La pianta non necessita di frequenti
irrigazioni. Solo nella stagione estiva si può irrorare una volta ogni
quindici giorni.
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